martedì 8 ottobre 2013

L'università di Parma lavora su X-Netad "Internet delle cose"

Immaginate una città in cui tutte le automobili siano collegate a internet, e il loro percorso quotidiano sia tracciato dai computer. Magari non sarà il massimo della privacy, ma con tutte le informazioni raccolte, si possono ridurre i problemi del traffico, diminuire l'inquinamento e migliorare la sicurezza sulle strade. Un sistema così non è solo un'idea sulla carta. Esiste già, ed è sviluppato dal dipartimento di Ingegneria informatica dell'università di Parma, dal laboratorio Wasn (Wireless Ad hoc Sensor Network Laboratory), che si trova all'interno del Campus, in collaborazione con l'azienda emiliana Guglielmo e la società israeliana Cellint.
Un sistema che si chiama "X-Netad" e che è un esempio pratico di "internet delle cose", la nuova frontiera dell'uso della tecnologia wireless e del web applicata agli oggetti. Un settore in cui Parma fa scuola: un gruppo di ricercatori dell'Ateneo ha promosso la prima edizione della scuola di dottorato 2013 su "Internet of Things e Smart Cities", con studenti e relatori internazionali.
Le lezioni si sono tenute a Lerici, dal 16 al 20 settembre. L'organizzazione è stata curata dal Wireless Ad hoc Sensor Network Laboratory (WASN Lab) e dal dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università degli Studi di Parma, nelle persone dei ricercatori e docenti Simone Cirani, Marco Picone, Pietro Gonizzi e Gianluigi Ferrari. Per Internet of Things (internet delle cose) si intende un'evoluzione della rete internet nella direzione di raccolta e scambio di informazioni non solo fra persone, ma anche fra gli oggetti.
L'obiettivo è avere in futuro strumenti intelligenti, che si scambiano informazioni e migliorano la vita quotidiana. Alla sua prima edizione, la Scuola di dottorato ha già ottenuto un notevole riscontro: 36 iscritti, di cui 20 italiani e 16 stranieri. Nel progetto sono state coinvolte sette aziende internazionali e nove università ed enti di ricerca: il King's College di Londra, lo svedese Institute of Computer Science, il francese Grenoble LNP-Ensimag, l'Università di Parma, l'Ateneo di Bologna, l'Università di Cambridge, l'Università di Kent, il Politecnico della Cataluña e il Centre of Atomic Energy di Francia.

Fonte: La Gazzetta di Parma

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