I telefonini? Sempre più grandi. Prendete per esempio l'iPhone. Dai 3,5 pollici dello schermo presente sul primo modello, uscito nel 2007, si è passati lo scorso anno ai 4 pollici wide dell'iPhone 5. Ma aspettatevi che i display crescano ancora. Ne sono convinti parecchi esperti del settore e a quanto pare è della stessa idea pure Apple, che secondo la testata statunitense Bloomberg sarebbe pronta a svelare nel 2014 i melafonini di taglia extra large, sopra cioè i 5 pollici e mezzo. Dei 250 milioni di smartphone venduti negli ultimi mesi, rivela intanto una ricerca condotta dalla società specializzata Canalys, quelli maxi avrebbero già raggiunto circa un quarto del totale, consolidando, perlomeno in Asia e nel Vecchio continente, a livello di quote di mercato, il vantaggio di Samsung nei confronti del colosso di Cupertino.
La casa coreana è senza dubbio una delle principali sostenitrici della filosofia del più grande è meglio è, al punto da aver coniato non uno, ma ben due termini per identificare l'ambito dei megatelefonini. Il più recente è "fonblet" e si riferisce in particolare a prodotti come il nuovissimo Samsung Galaxy Note 3, che in appena un mese ha superato il traguardo dei cinque milioni di pezzi. Non è il classico smartphone, ma non è ancora neppure un tablet, anche se la diagonale del suo schermo super amoled in alta definizione da 5,7 pollici pian piano si avvicina a quella di un iPad mini. Il Galaxy Note 3:
Samsung Galaxy Note 3
presenta comunque tutte le caratteristiche che dovrebbero distinguere questa famiglia di dispositivi, dedicati in primis a chi utilizza molto il proprio apparecchio mobile per lavoro, ha bisogno di spazio, con un occhio di riguardo al multitasking, ovvero l'uso contemporaneo di più applicazioni.
Al di là delle dimensioni dell'ampio display, comprese in genere tra i 5,5 pollici e i 6,5 pollici, in grado così di continuare a stare in una mano, nei fonblet "i cui prezzi si aggirano attorno ai 600 euro" acquistano di conseguenza enorme importanza elementi quali il processore e la batteria. Si parla quindi di cpu quad core, nel caso del Galaxy Note 3 addirittura da 2,3 GHz (il famoso Snapdragon) coadiuvati da 3 GB di ram. E non mancano sistemi alternativi alla consueta interfaccia touch screen, come il pennino, che permette di sfruttare in modo pratico l'intera superficie a disposizione. Il rovescio della medaglia è ovviamente rappresentato dalla portabilità. Per entrare nell'era degli smartphone big size servono insomma tasche piuttosto capienti.
Ma per gli analisti, che ne prevedono il boom l'anno prossimo, saremo lieti di aprirle e fare largo in cambio della maggiore produttività, che si debba navigare o prendere appunti, promossa dagli schermi over, sopra i 5 pollici, al momento regno in-discusso dei terminali Android. Sulla lunghezza d'onda del Samsung Galaxy Note 3, che si appoggia ad Android 4.3, ci sono infatti anche altri top di gamma della numerosa famiglia Google, dal Sony Xperia z ultra (6,4 pollici):
Sony Xperia Z Ultra
all'Htc One Max (5,9 pollici), dall'Lg Optimus G Pro (5,5 pollici) allo Huawei Ascend Mate (6,1 pollici).
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